Volontari ed extracomunitari, posizioni inconciliabili?

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In Regione Lombardia è diventata oggetto di polemica politica. È giusto o no sostenere economicamente quei Comuni che utilizzino dei volontari stranieri extracomunitari in attesa del permesso di soggiorno, per lavori socialmente utili?

Al di là della contesa politica, appare evidente che il tema del volontariato resta centrale, come strategico resta definire quali incombenze possa o debba interpretare colui il quale sbarca nel nostro Paese, sia esso sceso da una barca o da un aereo. È evidente che molto incide la condizione economica di chi approda in Italia, considerando che nel caso del cosiddetto soggetto privo di permesso di soggiorno, può andare incontro ad un duplice  destino: diventare soggetto inattivo, o diventare soggetto attivo sottratto alle lusinghe del mercato nero e di quello criminale. Comunque la si pensi resta tuttavia una considerazione importante: quella del prestatore d’opera volontario.

Non solo per il ruolo etico chiamato ad interpretare e per il contributo esiziale posto al fine di costruire una collettività cosciente della propria forza democratica. Il volontariato diventa il paradigma di un’offerta, di una coscienza individuale che definisce il proprio contributo nell’alveo di regole condivise che diventano fondamentali per decrittare anche solo un’ipotesi di ruolo sociale che il volontario in qualche modo si dà. Per questa ragione Milano Positiva rappresenta un’idea valoriale che, al netto di chi ne faccia parte e al di sopra delle proprie idee politiche o religiose, consente a ciascuno di spendere se stesso all’interno di una comunità rafforzandone la propria identità  ma anche il proprio valore civico e il senso stesso di appartenenza, cementando il senso della morale comune

Per questa ragione comunque la si pensi, spendere una parte del proprio tempo al fine di contribuire a costruire un modello di sostegno all’infanzia, o alle famiglie con disagio economico pronunciato, oppure aiutare degli anziani a deambulare appare non solo una conquista morale cui aspirare con la propria partecipazione ma uno stimolo civico che andrebbe promosso anche dentro le scuole. Non è infatti una questione politica, ma sociale e spirituale persino. Dare, come dimensione dell’altro, costituisce una leva formidabile per creare un vincolo tra gli appartenenti ad una città, creando un significativo solco nel segno di cui è possibile pensare ad una crescita virtuosa di tutti. Milano Positiva con i suoi corsi di formazione professionale gratuita e attraverso le lezioni di formazione alla vendita vuole contribuire ad un inizio ideale per ricostruire la fiducia delle persone nelle persone. Un modo per costruire una società nuova, diversa e solidale.

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